Il CBD può alleviare i sintomi delle allergie?
Le temperature si stanno alzando, gli uccelli ciangottano, il sole esce e la natura comincia a fiorire. Il 20 marzo è il primo giorno di primavera – anche se per molti è piacevole, per quelli che soffrono di allergie primaverili è l’inizio di un periodo particolarmente impegnativo. La polverina gialla che si posa ovunque sta causando starnuti, un naso che cola e il prurito nasale e oculare. Il CBD può essere un’alternativa naturale e complementare per diminuire i fastidiosi sintomi.
Allergia - che cos'è?
Le allergie sono una disfunzione del sistema immunitario. Il corpo reagisce in modo particolarmente sensibile a sostanze sostanzialmente innocue come il polline, che è visto come una vera minaccia [1].
Un’allergia è scatenata da una reazione eccessiva del sistema immunitario ad antigeni solitamente innocui. Questi sono di solito microrganismi come batteri, virus, muffa, parassiti o macromolecole identificate estranee.
Per capire come si verificano le reazioni allergiche, è necessario dare uno sguardo più da vicino al sistema immunitario. Si tratta di cellule che controllano gli antigeni in certi processi e li rendono innocui. Qui, i leucociti e i linfociti giocano un ruolo cruciale.
I linfociti B per la difesa immunitaria umorale specifica
Nel corso del contatto iniziale con un antigene una parte dei linfociti B si trasforma in plasmacellule, che formano anticorpi specifici e poi li rilasciano. Le plasmacellule, che si trovano nel tessuto connettivo, sopravvivono per circa 2 - 3 giorni. La parte rimanente dei linfociti B si trasforma in cellule B della memoria capaci di dividersi. Rispetto alle plasmacellule, queste sono longeve e i loro anticorpi sono legati alla membrana.
Al secondo contatto con l’antigene, le cellule B della memoria proliferano, avvengono processi di conversione in plasmacellule e vengono prodotte rapidamente grandi quantità di anticorpi.
Linfociti T per la difesa immunitaria cellulare specifica
Qui, una parte dei linfociti T si trasforma in cellule T effettrici al contatto iniziale. Questi sono citotossici e possono distruggere altre cellule del corpo affette dall’antigene. L’altra parte si trasforma in cellule T della memoria longeve che circolano nel sangue e si concentrano sul riconoscimento dell’antigene.
Se si verifica un contatto secondario, le cellule T della memoria si moltiplicano e formano un numero considerevole di cellule T effettrici come risposta secondaria. Questi attaccano i fagociti del corpo.
Le cellule T-effettrici si distinguono come segue:
- Cellule T killer: Portatori di citotossina (sostanze che danneggiano le cellule)
- Cellule T helper: Questi lavorano insieme ai linofociti B e sono responsabili, per esempio, della formazione delle plasmacellule
- Cellule T supressor: Inibiscono la produzione di anticorpi durante la risposta immunitaria
Inoltre, l’organismo umano ha cellule natural killer, i cosiddetti grandi linfociti, che possono anche distruggere i macrofagi [5].
Cause possibili delle allergie
In Europa, circa 60 milioni di persone soffrono di allergie – e il numero è in aumento [1]. Il seguente grafico mostra possibili fattori dell'aumento di allergie:
Ambiente & stile di vita
Si ammette che le cause principali dell’aumento delle allergie siano soprattutto l’ambiente e lo stile di vita odierno. Oggigiorno le persone sono più spesso in contatto con allergeni, tra l’altro attraverso l’inquinamento dai gas di scarico, il fumo di sigaretta e le sostanze inquinanti per l’ambiente. Rispetto alle regioni rurali e paesi in via di sviluppo, i paesi sviluppati hanno un rischio più altro di essere colpiti da allergie. Persino la mancanza di esercizio fisico, lo stress e una dieta squilibrata contribuiscono negativamente allo sviluppo delle allergie.
Contatto con batteri
Un’altra ipotesi è che oggigiorno le persone abbiano meno contatto diretto con i batteri e per questo aumenta il rischio di sviluppare allergie. I ricercatori sospettano che il sistema immunitario venga allenato attraverso il contatto con diversi germi.
Meno parassiti come indicatore di un aumento delle allergie
Ricerche isolate indicano anche un legame tra una bassa infestazione parassitaria e un aumento del rischio di allergie. In passato, le persone avevano spesso problemi con infestazioni da vermi, motivo per cui i ricercatori suppongono che contengano anche certi meccanismi protettivi. Scoprire questi può essere significativo per il trattamento delle allergie.
Cambiamento climatico
Una gran parte delle persone allergiche soffre di rinite allergica, anche noto come raffreddore allergico. I ricercatori sospettano un legame tra i cambiamenti climatici e l’aumento del numero di allergie ai pollini. A causa dei cambiamenti climatici, aumenta anche il numero di pollini o si prolunga la fase di fioritura. Pure piante non indigene con pollini molto più aggressivi possono crescere nel nostro paese ed essere importate più facilmente.
Il particolato e le sostanze inquinanti favoriscono l'aggressività dei pollini
Si sospetta anche che l’azoto dei gas di scarico interagisca con alcune proteine contenute nel polline, aumentando il rischio di allergia. Così, il solo contatto con i gas di scarico potrebbe aumentare il rischio di una reazione allergica.
Cambiamenti nella flora intestinale
Recenti ricerche suggeriscono un legame tra l’intestino, o la flora intestinale e i batteri che vi si trovano, con il sistema immunitario e quindi con le reazioni allergiche [2]. Gli studi indicano che i probiotici possono essere utili nella prevenzione delle allergie e nel alleviare i sintomi [3].
Come si sviluppa un'allergia?
Può passare molto tempo prima che si manifesti effettivamente un‘allergia. Spesso passano anni tra il riconoscimento dei primi sintomi e la diagnosi definitiva. Un’allergia può colpire chiunque, indipendentemente dalla sua storia e in qualsiasi momento. Essendo il proprietario di un animale domestico, nel corso degli anni ci si può sviluppare un’allergia agli animali. Le predisposizioni genetiche possono anche aumentare il rischio di sviluppare allergie. Se i genitori sono allergici è molto probabile che anche i loro bambini ne siano colpiti.
Fondamentalmente, le allergie possono essere distinte tra reazione immediata e reazione tardiva:
Reazione immediata
Qui, la reazione della difesa immunitaria inizia direttamente dopo il contatto con l’allergene – gli anticorpi IgE si formano già fra pochi minuti e così si mette in moto una reazione a catena. I fattori scatenanti possono essere il polline, le medicine, gli animali, certi cibi o i veleni degli insetti. Il primo contatto con allergene normalmente non causa sintomi.
Nel corso della reazione, viene rilasciata il semiochimico chiamato istamina, il quale è anche responsabile dei classici sintomi che si presentano nel corso di un’allergia. Sintomi classici sono il prurito, l’arrossamento della pelle, l’eruzione cutanea, il rinite o il gonfiore del tessuto. In alcuni quasi si può manifestare però uno shock anafilattico, che è il caso peggiore e dove la pressione sanguigna scende a un livello pericoloso per la vita – una situazione di emergenza in cui deve essere prestato immediatamente pronto soccorso [4].
Il termine atopia è spesso usato in questo contesto. Si riferisce alla predisposizione ereditaria a un’allergia di tipo immediato. Gli atopici hanno un rischio maggiore di sviluppare asma allergica o eczema atopico.
Reazione tardiva
Nel caso del tipo tardivo, i sintomi allergici appaiono solamente con un leggero ritardo. I sintomi quindi non appaiono necessariamente subito – spesso si riconoscono solo dopo il contatto ripetuto. Anche qui, il contatto primario non crea necessariamente sintomi. Nella maggior parte dei casi sono coinvolte le cellule T, che causano una reazione infiammatoria nel corpo.
Inoltre, ci sono allergie di tipo II e di tipo III.
L’allergia di tipo II è rappresentata piuttosto raramente. Questa forma è caratterizzata dal contatto con un antigene fissato su un cellula o con degli componenti della superficie cellulare distruggendo poi la cellula bersaglio.
L’allergia di tipo III è accompagnata da una massiccia risposta immunitaria anticorpale. In questo caso il corpo o il sistema immunitario è particolarmente sensibile. Se l’organismo entra in contatto con l’allergene, si formano grandi aggregati di immunocomplessi che poi possono causare infiammazioni negli organi [4].
Quali tipi di allergie ci sono?
Di seguito una panoramica delle allergie più frequenti:
- Rinite allergica o raffreddore allergico/Allergia ai pollini
- Allergia alla polvere domestica
- Allergia agli animali
- Orticaria
- Allergia al sole
- Allergia da contatto
- Allergia alle muffe
- Reattività crociata
- Allergia al veleno di insetti
- Allergia alimentare
- Intolleranza all’istamina [6]
Diagnosi
Lo scopo della diagnosi è identificare la causa dell’allergia evitandolo meglio in futuro. La maggior parte degli allergeni proviene dalle seguenti sostanze:
- Polvere domestica
- Pelo dei gatti e cani
- Polline
- Muffa
I seguenti test standard vengono utilizzati nella diagnosi delle allergie:
I prick test
Con questo metodo, alcuni allergeni vengono gocciolati sulla superficie interna degli avambracci graffiando leggermente la pelle. Dopo circa 30 minuti il risultato può essere letto. Nel caso di un’allergia, si verifica una reazione cutanea in forma di pomfi.
Test intradermico
Simile al prick test, questo metodo consiste nell’iniettare una piccola quantità dell’allergene sotto la pelle. Anche qui, il risultato può essere osservato dopo circa 30 minuti. In caso di un’allergia si verifica una reazione cutanea in forma di pomfi. Questo metodo viene utilizzato soltanto se il risultato del prick test è negativo o dubbioso e se non si sa ancora la causa dell’allergia.
IgE totali e RAST test
Per determinare l’immunoglobulina E (IgE), che in caso di un allergia è elevata, viene utilizzato un prelievo di sangue. Tuttavia, questo metodo è raramente utile e di solito non sostituisce un test cutaneo allergico. Il test viene eseguito principalmente in caso di risultati inconcludenti.
Se tutti questi metodi hanno successo, si ricorre a test di provocazione specifici, che vengono eseguiti solo in strutture speciali e richiedono molto tempo [4].
Una volta allergico, sempre allergico?
Essere allergici una volta non significa esserlo sempre. Se le allergie vengono individuate presto e diagnosticate correttamente, c’è già la possibilità di un trattamento tempestivo ed efficace. Tuttavia è necessario che soprattutto i medici di base si specializzino in questo settore, in modo che l’allergia non diventi cronica [10].
La primavera - un incubo per persone allergiche al polline
La primavera è una stagione particolarmente impegnativa per le persone con rinite allergica o allergia al polline. Visto che l’inverno è relativamente mite la natura comincia a fiorire già molto presto. Quindi è ancora più importante che le persone colpite siano preparati ottimamente a questo periodo.
Nel frattempo esistono già speciali allarmi pollini a cui si può accedere via Internet o App via smartphone e determinare rapidamente e facilmente il movimento attuale dei pollini. La previsione oraria aiuta le persone colpite a valutare meglio il rischio durante la giornata e i mesi. In combinazione con un trattamento adatto, i sintomi possono essere ridotti e, nel migliore dei casi, completamente eliminati.
I sintomi vanno da starnuti e naso che cola a occhi lacrimanti e palpebre gonfie. Anche il prurito e i disturbi asmatici come la tosse, il fiato corto o il respiro sibilante sono sintomi tipici di un’allergia.
Nella maggior parte dei casi, vengono utilizzati i seguenti farmaci per il trattamento:
- Antistaminici
- Corticosteroidi
- Cromoni
- Antagonisti dei recettori dei leucotrieni
- Gocce e spray nasali decongestionanti[7]
Questi metodi possono servire principalmente ad alleviare i sintomi a breve termine. A lungo termine, si raccomanda la desensibilizzazione, un’immunoterapia specifica, che aiuta a eliminare totalmente i sintomi dell’allergia. Durante la terapia si somministrano regolarmente basse dosi dell’allergene e dura circa 3 anni [7].
Oltre a ciò vale la pena provare degli alternativi naturali per alleviare i sintomi dell'allergia. Alcuni rimedi permettono alle persone colpite di godere la primavera fino in fondo senza dover necessaraimente ricorrere ad antistaminici e altro.
In questo periodo intenso il cannabidiolo (CBD), il fitocannabinoide della pianta di canapa, può essere un sostegno ideale e complementare per il corpo e soprattutto per il sistema immunitario.
CBD e allergia: Può aiutare?
Lo spettro di effetti del CBD è molto vario e può essere usato sia preventivamente che specificamente per le allergie. L’assunzione di un olio di CBD è consigliato soprattutto poco prima e durante l’alta stagione, come anche in fasi acute.
CBD per promuovere il sistema immunitario
Il CBD fa effetto sul sistema endocannabinoide del proprio corpo, dove si aggancia ai recettori. Così può avere un beneficio per la reazione di difesa del corpo. Gli studi indicano che il CBD ha un effetto positivo sulla funzione immunitaria. Il CBD sopprime anche l’espressione cellulare, la proliferazione e l’espressione della superficie cellulare [8].
Specialmente il nostro sistema immunitario è sfidato con le allergie, ed è per questo che il CBD è un’alternativa ideale in questo caso e può rafforzare l’organismo indebolito.
CBD per problemi cutanei causati da allergie
La pelle è uno specchio per le allergie. Le allergie hanno un impatto negativo sulla pelle e influenzano negativamente la barriera cutanea. Anche in questo caso gli studi indicano che il CBD può essere usato per disturbi dermatologici in modo complementare come efficace strumento terapeutico [11]. I cosmetici al CBD hanno proprietà antinfiammatorie e lenitive.
Il CBD per promuovere l'equilibrio interno
Accanto ai sintomi corporei, l’allergia può influenzare negativamente l’umore. Se il naso gocciola, gli occhi bruciano e la pelle prude, chi ne è colpito spesso non si sente particolarmente bene, sia fisicamente che psicologicamente. Il CBD con il suo effetto calmante e rilassante può favorire l’equilibrio interno e il benessere riducendo l’ormone dello stress, il cortisolo [12].
Come si usa l'olio di CBD per le allergie?
Quando si decide di usare il CBD per le allergie, è consigliato ricorrere agli oli a spettro completo con fitocannabinoidi, così come flavonoidi e terpeni. Si possono ottenere buoni risultati già con un olio con 5%.
In caso di allergia ai pollini o di febbre da fieno, è consigliabile iniziare con l’assunzione prima dell’alta stagione. A seconda delle proprie esigenze, il dosaggio può essere adattato. In casi acuti, la dose può essere aumentata o raddoppiata se necessario.
„Il CBD dimostra di essere un'alternativa pratica e senza effetti collaterali.“ [13]
Alternativi dalla medicina ortomolecolare
La medicina ortomolecolare può anche essere un supporto per il sistema immunitario. Secondo gli studi, i seguenti micronutrienti sono particolarmente rilevanti:
- Vitamina C [14]
- Vitamina D [15]
- Magnesio [16]
- Zinco [17]
- MSM [18]
Naturalmente è difficile assumere tutti questi micronutrienti attraverso il cibo, poiché in caso di un’allergia sono necessari dosaggi più elevati. Qui si raccomanda di prendere preparati che assicurano un alimentazione olistica. I preparati multivitaminici forniscono i micronutrienti più importanti.
7 consigli per la rinite allergica
- Non lasciare i vestiti in camera da letto. Il polline si deposita sui vestiti e può arrivare così nella casa.
- Non asciugare il bucato all’aperto.
- Lavarsi i capelli più spesso (preferibilmente la sera), perché il polline può rimanere intrappolato tra i capelli.
- Fare un bagno o la doccia prima di andare a letto per non potare il polline a letto.
- Non usare un ventilatore classico per raffreddare la stanza – il polline viene distribuito nell’area della stanza.
- Tenere chiuse le finestre quando il numero di pollini è alto, aerare le stanze solo la mattina e la sera.
- Quando il numero di pollini è alto, passare il meno tempo possibile all’aperto ed evitare attività sportive faticose all’aperto.
Conclusione
Insieme al CBD, ai micronutrienti e ad alcuni consigli, l’intero organismo può essere sostenuto in modo ideale – così anche tu puoi goderti al massimo la primavera.
Fonti
[1] Allergiecheck (2019). Auf einen Blick: Daten zur Allergie. Download del 3 marzo 2020 [Fonte]
[2] Nold, S. (2020). Allergien: Symptome, Ursache, natürliche Hilfe. Gesundheit für den Körper. Download del 3 marzo 2020 [Fonte]
[3] Wang, H., Anvari, S., Anagnostou, K. (2019). The Role of Probiotics in Preventing Allergic Disease. 6(2): 24. Download del 3 marzo 2020.
[4] Wöhrl, S. (2015). Allergie: Was ist das? Download del 3 marzo 2015 [Fonte]
[5] Sokollik, T. (2012). Allergien: Ein Überblick. 8(01). pag. 14-18. Download del 3 marzo 2020 [Fonte]
[6] Allergieratgeber. (2019). Allergiearten. Informationen zu den häufigsten Allergien. Download vom 04. März 2020, von [Fonte]
[7] IQWIG. (2017). Gesundheitsinformationen. Heuschnupfen. Download vom 04. März 2019 von [Fonte]
[8] Kaplan, B., Springs, A., Kaminski, E. (2009). The Profile of Immune Modulation by Cannabidiol (CBD) involves deregulation of Nuclear Factor of Activated T Cells (NFAT). Download del 4 marzo 2020.
[9] Witkamp R, Meijerink J. (2014). The endocannabinoid system: an emerging key player in inflammation. 17(2). Download del 4 marzo 2020.
[10] Klimek, L., Vogelberg, C., Werfel, T. (2019). Weißbuch Allergie in Deutschland. (4. Aufl.). Springer Medizin: Heidelberg.
[11] Tóth et al. (2019). Cannabinoid Signaling in the Skin: Therapeutic Potential of the „C(ut)annabinoid“ System. 24(5). Download del 5 marzo 2020.
[12] Zuardi A., Guimarães F., Moreira A. (1993). Effect of cannabidiol on plasma prolactin, growth hormone and cortisol in human volunteers. 26(2). 213-7. Download del 5 marzo 2020.
[13] Leinow, L. & Birnbaum, J. (2019). Heilen mit CBD. Das wissenschaftlich fundierte Handbuch zur medizinischen Anwendung von Cannabidiol. Riva: München.
[14] Vollbracht, C. et al. (2018). Intravenous vitamin C in the treatment of allergies: an interim subgroup analysis of long-term observational study. 46(9): 3640–3655. Download del 5 marzo 2020.
[15] Mirzakhani, H. et al. (2015). Vitamin D and the development of allergic disease: how important is it? 45(1): 114–125. Download del 5 marzo 2020 [Fonte]
[16] Blach, J., Nowacki, W., Mazur, A. (2007). Magnesium in skin allergy. 8;61:548-54. Download del 5 marzo 2020.
[17] Seo, H. et al. (2017). Serum Zinc Status and its Association with Allergic Sensitization: The Fifth Korea National Health and Nutrition Examination Survey. Download del 5 marzo 2020 [Fonte]
[18] Hewlings, S. & Kalman, D. (2018). Evaluating the Impacts of Methylsulfonylmethane on Allergic Rhinitis after a standard Allergen Challenge: Randomized Double-Blind Exploratory Study. 29;7(11). Download del 5 marzo 2020.